Storia degli ordinamenti
Il primo ordinamento dell’Archivio storico risale a Mons. Giovanni Maria Diamare, vescovo di Sessa Aurunca dal 1888 al 1914. Dalla lettura dei suoi scritti si evince con chiarezza il grande interesse e rispetto nutriti nei confronti del patrimonio documentario diocesano, che non aveva mai ricevuto una sistemazione organica. Prima dell’ordinamento del Diamare non esisteva un archivio storico strictosensu: la documentazione sedimentata dalle varie attività amministrative era organizzata in archivi di deposito collegati ai singoli uffici della Curia. A causa dello stato di degrado di molti documenti, dovuto all’incuria ed alla loro dispersione in vari locali, l’ordinamento risultò molto difficoltoso. Dopo alcuni anni di intenso lavoro, l’Archivio storico venne inventariato e ordinato nella sua interezza ubicandolo, verosimilmente, in ambienti dell’episcopio. Osservando oggi i documenti custoditi in Archivio si nota immediatamente la segnatura apposta dai coadiutori del Diamare. Probabilmente fu adoperato l’ordinamento per materia, compatibile con i criteri e la metodologia archivistici in vigore all’epoca ed oggi ritenuti errati. Contestualmente allo scoppio della seconda guerra mondiale l’archivio venne spostato. Il trasloco della documentazione presso la Cappella di San Lucio, sita nella cripta della Cattedrale, fu tra le cause principali dello smembramento del materiale archivistico faticosamente ordinato. Il patrimonio documentario divenne facile preda di furti e vittima di un deterioramento materico causato dall’umidità dei locali nei quali era stato spostato. Solo a partire dagli anni Ottanta del XX secolo i documenti vengono collocati in ambienti idonei e sottoposti ad un primo tentativo di riordinamento curato dalla competente Soprintendenza Archivistica di Napoli con la redazione di un elenco di consistenza attraverso la compilazione di schede inventariali su supporto cartaceo. Nel 2013 l’Archivio è stato dichiarato “d’interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica per la Campania.
Le operazioni di riordinamento e inventariazione informatizzata sono ancora in corso. L’Archivio aderisce al progetto CEI AR dell’Ufficio BCE della CEI. I criteri dell’ordinamento adottato rispondono pienamente agli attuali standard archivistici.
L’Inventario informatizzato, continuamente aggiornato, è consultabile su supporto digitale e cartaceo ed è suddiviso in fondi, serie, unità archivistiche. Per ogni fondo è riportata una breve descrizione mentre le schede delle singole unità archivistiche permettono di ottenere diverse informazioni sul documento (data topica e cronica, misure, stato di conservazione, condizionamento e descrizione).
Le operazioni di riordino ed inventario archivistico sono affidate alla Polidoro srl che si avvale della competenza di archivisti professionisti specializzati in ambito ecclesiastico.